Napoli, 23 maggio 2012 – Il discorso di Gettysburg, pronunciato da Abramo Lincoln il 19 novembre 1863. Il pensiero di Lincoln era rivolto allo sforzo della nazione nella guerra civile, ma con l’ideale che a Gettysburg nessun soldato, dell’Unione o della Confederazione, del nord o del sud, era morto invano. Lo rilegge Luca Zingaretti nella prima puntata di panni sporchi, dedicata alla vita sotto scorta di magistrati e giornalisti della nostra terra. Nel giorno del ricordo dell’uccisione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il pensiero che questi soldati con la toga, al pari di quelli di Gettysburg, non siano morti invano, va anche a chi ogni giorno combatte contro i tentacoli della camorra infiltrata in ogni luogo, ad ogni livello, nel pensiero e nella paura di chiunque ne abbia anche solo sentito parlare. Di chi è investito dello stesso compito dei magistrati uccisi 20 anni fa, come gli uomini del pool Antimafia di Napoli, come Federico Cafiero De Raho, e i pubblici ministeri Catello Maresca, Giovanni Conzo ed Enzo D’Onofrio, sino alla cronista de Il Mattino Rosaria Capacchione e allo scrittore Roberto Saviano. Combattere per non far vincere la mano occulta e pervasiva della camorra. vivere nella paura nascosta dal coraggio di chi porta avanti il proprio lavoro. Come i Falcone e i Borsellino di due decenni fa, come i Cantone e i Maresca di oggi. Oggi che l’Italia intera ricorda chi è morto sotto i colpi spietata di una criminalità che teme le parole e il coraggio più delle armi e della galera. Ma chi lotta, chi informa, chi giudica e condanna teme il silenzio più delle bombe. E dunque parla, diffonde, continua a mettere paura con le armi che gli restano: il coraggio e soprattutto la speranza di chi sa che le idee dei magistrati morti ammazzati nel 1992 camminano oggi sulle gambe di tutti coloro che ne vanno ancora fieri.
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